WILIER & BREDA Cicli

TIME TRIAL

TIME TRIAL

Quando l’avversario è il cronometro il mestiere di chi costruisce biciclette diventa scienza. Coefficienti, grafici, dati micrometrici. Oggi non basta più ridurre la superficie frontale del complesso atleta-macchina, bisogna scendere a patti con il vento, intuire e assecondare la dinamica dei flussi per far sì che ogni dettaglio diventi funzionale al fattore velocità. Lavorare con i professionisti ci ha fornito il know-how per rivoluzionare concetti costruttivi che sembravano incrollabili. E per fondarne di inediti.

TIME TRIAL

TWIN BLADE

Prima di TwinBlade il vento era un avversario da battere, ora è un nostro alleato. Questo telaio si fonda su un principio nuovo: controllare i flussi d’aria e recuperare l’energia normalmente dissipata con la deformazione e gli attriti. I foderi del carro e della forcella sono a distanza tale da annullare l’interferenza con le turbolenze generate dalle ruote. I freni Aerobrake posteriori sono collocati al di sotto dei foderi orizzontali, nascosti all’azione dell’aria da un cockpit in carbonio. TwinBlade utilizza anche un sistema innovativo di regolazione della lunghezza del carro, che ha il vantaggio di mantenere sempre invariata la distanza fra cambio e cassetta pignoni. Il dispositivo di bloccaggio del reggisella è integrato nel telaio e assolutamente neutro dal punto di vista aerodinamico.

Twin Fork, la forcella anteriore di Twinblade, è unica innanzitutto per il concetto da cui è nata: non ci siamo preoccupati solo della sua penetrazione frontale nell’aria, ma anche di ciò che succede all’aria dopo il suo avanzamento. I più evoluti studi aerodinamici dimostrano che le turbolenze provocate in un fluido sono paragonabili ad un fattore di resistenza. E’ esattamente per questo motivo che abbiamo chiamato i due elementi costitutivi della forcella “stabilizzatori di flusso”: la loro particolare sagomatura produce l’effetto di annullare la turbolenza dell’aria, che prosegue il suo corso andando a lambire il telaio con traiettorie lineari. E’ lo stesso principio per cui il miglior tuffo da un trampolino è quello che produce la quantità minore di schizzi (ovvero di resistenza), nell’impatto con la superficie dell’acqua. L’altra grande qualità di Twin Fork è la rigidità che conferisce a tutto l’avantreno della bici. Per la prima volta una forcella va a formare un corpo unico e indeformabile con il manubrio, eliminando le mirco-flessioni dovute al grado di elasticità insito nei materali e negli spessori di un sistema telaio/attacco/manubrio di tipo tradizionale. Si può comprendere l’enorme vantaggio di una tale soluzione nella partenza e nei rilanci delle gare a cronometro, dove ogni singolo watt di forza scaricato a terra può fare le differenza. Twin Fork è la forcella con il più alto rapporto rigidità/ aerodinamica e con il coefficiente più basso di energia muscolare dissipataI freni sono stati progettati per risultare completamente occultati all’azione frontale dell’aria. Nell’anteriore sono stati armonizzati nella sagomatura della forcella, tanto da apparire come un’emanazione della forcella stessa e da condividerne l’efficacia aerodinamica. Il freno posteriore, anch’esso perfettamente uniformato alle linee di TwinBlade, è integrato sotto la scatola del movimento centrale e successivamente mascherato da una scocca in carbonio che racchiude tutti i cablaggi. Il disegno del freno è di tipo a “V”, per una frenanta potente e allo stesso tempo modulabile.

A differenza di molti telai da cronometro che utilizzano dei forcellini orizzontali (tipo pista) per modulare la distanza tubolare-tubo piantone, TwinBlade è dotato di forcellini ad innesto verticale. Questo importante dettaglio è stato studiato in collaborazione con gli atleti e i tecnici del Team Lampre per soddisfare da un lato l’esigenza di una regolazione ottimale, dall’altra quella di un’agevole estrazione e sostituzione della ruota.

Per migliorare la registrazione del deragliatore in funzione della guarnitura utilizzata, l’attacco deragliatore presenta sul lato sinistro del telaio una vite di regolazione che permette di far ruotare l’attacco stesso in maniera orbitale. Dunque la posizione dell’attacco può essere modulata con estrema precisione sia in altezza, per poter ospitare ingranaggi di varie misure, sia attorno al proprio asse. L’aggiunta di un grado di libertà all’attacco deragliatore consente un allineamento perfetto con qualsiasi tipo di guarnitura e quindi una camabiata sempre precisa. Essenziale con ingranaggi di tipo ovoidale.L’originale dispositivo di bloccaggio del reggisella si presenta completamente neutro dal punto di vista aerodinamico. Il fissaggio è ottenuto tramite un blocco completamente integrato nel telaio e inglobato nella sua forma.

HIGHLIGHTS TELAIO

ANALISI DELL’AERODINAMICA

Sottile non significa aerodinamico! 
Lo studio aerodinamico condotto per il TwinBlade si è basato sul “controllo” del fluido aeriforme che avvolge la bicicletta. Tramite l’utilizzo di speciali stabilizzatori di flusso detti “foils”, il fluido che lambisce la parte anteriore del ciclo viene forzatamente laminato, riducendo la perturbazione dello strato limite e di conseguenza diminuendo la resistenza aerodinamica complessiva.

Da un punto di vista fisico, le interazioni tra fluido e corpo in movimento, possono essere descritte da un modello di calcolo, basato sulla seguente formula:

Nella formula, “p” e “t”, rappresentano rispettivamente la componente di pressione e la componente di attrito esercitate dal fluido su ogni elemento infinitesimo “dS” della superficie “S” del corpo. “R“, invece, rappresenta la resistenza aerodinamica complessiva, data dalla somma di tutte le componenti infinitesime, raccolte nei due integrali di superficie presenti nella formula. 
Grazie a questo modello, il bilancio tra forze di pressione e forze di attrito ha mostrato un interessante punto di minimo attraverso l’introduzione di due particolari corpi affusolati attorno allo sterzo. 

Considerando solo le componenti di pressione, l’introduzione dei due nuovi corpi, i così detti “foils“, comporta un aumento della sezione frontale, e di conseguenza un aumento della resistenza di pressione per angoli “a” positivi, ma osservando meglio il contributo delle componenti di pressione per angoli “a” negativi, si nota come i “foils” favoriscano l’avanzamento del mezzo e contribuiscano alla riduzione della resistenza complessiva. Per quanto riguarda le componenti di attrito, è innegabile che l’introduzione dei “foils” comporti un aumento della superficie lambita dal fluido e di conseguenza un aumento della Resistenza di attrito. Se si considerasse lo sterzo come elemento isolato ed affiancato dai due “foils“, il risultato risulterebbe negativo, e questo produrrebbe un mancato raggiungimento degli obbiettivi. 
In realtà, i vantaggi ottenuti dall’introduzione dei due “foils” iniziano alle spalle dello sterzo. 
Al momento del distacco dello strato limite dalle superfici dello sterzo e dei “foils“, il fluido viene a trovarsi in uno stato forzatamente laminare e di conseguenza ridotto da moti turbolenti, rispetto al caso del tubo sterzo privo di “foils“. Questa situazione giova fortemente al successivo attraversamento del tubo sella che, provvisto di apposto profilo a “coda tronca“, riceve un flusso laminare in grado di lambire perfettamente le superfici affusolate dell’elemento del telaio. Se il fluido non fosse stato “pulito” precedentemente dai “foils“, al momento dell’impatto con il tubo sella, lo stato turbolento della scia, formatasi alle spalle del tubo di sterzo, avrebbe interferito negativamente con la forma del profilo. È bene ricordare che tutti i modelli di profili ottimizzati per la penetrazione aerodinamica, funzionano solo in presenza di fluido laminare. Qualora i profili affusolati si trovassero all’interno di fluidi con moti turbolenti, le forme a goccia potrebbero addirittura amplificare la resistenza aerodinamica, dimostrando una inadeguatezza a tali stati del fluido anche rispetto a forme cilindriche o a sfera. 
Pertanto, considerando il bilancio delle forze in tutto il suo insieme( non solo dello sterzo), la spesa energetica iniziale compiuta dai “foils“, per rendere laminare la scia alle spalle del tubo di sterzo, viene recuperata al momento del passaggio del tubo sella, che, risentendo di una minore resistenza complessiva, beneficia l’intero sistema ad esso collegato.

ANALISI DELLA RIGIDITÀ

Grazie agli speciali “foils”, che raccordano i foderi della forcella con lo speciale attacco manubrio, a parità di sforzo applicato, l’incremento di rigidità riscontrato, rispetto al modello tradizionale Blade, è stato del 25,1%. L’analisi FEM (Finite Element Method), qui a fianco mostrata attraverso un immagine cromatografica comparativa tra Blade e TwinBlade, mostra come nella speciale forcella lo stato tensionale sia minore grazie all’introduzione dei “foils” e quindi, a parità di materiale, la deformazione complessiva sia minore. 
Il risultato così ottenuto è stato immediatamente apprezzato dal team di corridori che ha testato il TwinBlade, constatando che ad ogni pedalata la dissipazione energetica per deformazione diminuiva e di conseguenza la spinta effettiva del mezzo aumentava.

 

RICORDIAMO CHE E LE FOTO INSERITE NON DANNO ORIGINE A VINCOLI CONTRATTUALI E POTREBBERO CAMBIARE NEL CORSO DELLA STAGIONE.

BLADE

Il modello Blade utilizza la stessa scocca di TwinBlade, dal quale si differenzia per l’uso di una forcella di tipo tradizionale e di un carbonio di differente composizione. L’alloggiamento dei cavi dei freni e del cambio scorre all’interno del telaio, con un ottimo risultato aerodinamico. Il freno anteriore è di tipo tradizionale, mentre il posteriore mutua la soluzione di Twinfoil con il “V” brake a scomparsa. Queste varianti rispetto a TwinBlade ci consentono di proporre al pubblico un telaio assolutamente performante ad un prezzo decisamente competitivo.

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HIGHLIGHTS TELAIO

ANALISI DELL’AERODINAMICA

Sottile non significa aerodinamico! 
Lo studio aerodinamico condotto per il TwinBlade si è basato sul “controllo” del fluido aeriforme che avvolge la bicicletta. Tramite l’utilizzo di speciali stabilizzatori di flusso detti “foils”, il fluido che lambisce la parte anteriore del ciclo viene forzatamente laminato, riducendo la perturbazione dello strato limite e di conseguenza diminuendo la resistenza aerodinamica complessiva.

Da un punto di vista fisico, le interazioni tra fluido e corpo in movimento, possono essere descritte da un modello di calcolo, basato sulla seguente formula:

Nella formula, “p” e “t”, rappresentano rispettivamente la componente di pressione e la componente di attrito esercitate dal fluido su ogni elemento infinitesimo “dS” della superficie “S” del corpo. “R“, invece, rappresenta la resistenza aerodinamica complessiva, data dalla somma di tutte le componenti infinitesime, raccolte nei due integrali di superficie presenti nella formula. 
Grazie a questo modello, il bilancio tra forze di pressione e forze di attrito ha mostrato un interessante punto di minimo attraverso l’introduzione di due particolari corpi affusolati attorno allo sterzo. 

Considerando solo le componenti di pressione, l’introduzione dei due nuovi corpi, i così detti “foils“, comporta un aumento della sezione frontale, e di conseguenza un aumento della resistenza di pressione per angoli “a” positivi, ma osservando meglio il contributo delle componenti di pressione per angoli “a” negativi, si nota come i “foils” favoriscano l’avanzamento del mezzo e contribuiscano alla riduzione della resistenza complessiva. Per quanto riguarda le componenti di attrito, è innegabile che l’introduzione dei “foils” comporti un aumento della superficie lambita dal fluido e di conseguenza un aumento della Resistenza di attrito. Se si considerasse lo sterzo come elemento isolato ed affiancato dai due “foils“, il risultato risulterebbe negativo, e questo produrrebbe un mancato raggiungimento degli obbiettivi. 
In realtà, i vantaggi ottenuti dall’introduzione dei due “foils” iniziano alle spalle dello sterzo. 
Al momento del distacco dello strato limite dalle superfici dello sterzo e dei “foils“, il fluido viene a trovarsi in uno stato forzatamente laminare e di conseguenza ridotto da moti turbolenti, rispetto al caso del tubo sterzo privo di “foils“. Questa situazione giova fortemente al successivo attraversamento del tubo sella che, provvisto di apposto profilo a “coda tronca“, riceve un flusso laminare in grado di lambire perfettamente le superfici affusolate dell’elemento del telaio. Se il fluido non fosse stato “pulito” precedentemente dai “foils“, al momento dell’impatto con il tubo sella, lo stato turbolento della scia, formatasi alle spalle del tubo di sterzo, avrebbe interferito negativamente con la forma del profilo. È bene ricordare che tutti i modelli di profili ottimizzati per la penetrazione aerodinamica, funzionano solo in presenza di fluido laminare. Qualora i profili affusolati si trovassero all’interno di fluidi con moti turbolenti, le forme a goccia potrebbero addirittura amplificare la resistenza aerodinamica, dimostrando una inadeguatezza a tali stati del fluido anche rispetto a forme cilindriche o a sfera. 
Pertanto, considerando il bilancio delle forze in tutto il suo insieme( non solo dello sterzo), la spesa energetica iniziale compiuta dai “foils“, per rendere laminare la scia alle spalle del tubo di sterzo, viene recuperata al momento del passaggio del tubo sella, che, risentendo di una minore resistenza complessiva, beneficia l’intero sistema ad esso collegato.

ANALISI DELLA RIGIDITÀ

Grazie agli speciali “foils”, che raccordano i foderi della forcella con lo speciale attacco manubrio, a parità di sforzo applicato, l’incremento di rigidità riscontrato, rispetto al modello tradizionale Blade, è stato del 25,1%. L’analisi FEM (Finite Element Method), qui a fianco mostrata attraverso un immagine cromatografica comparativa tra Blade e TwinBlade, mostra come nella speciale forcella lo stato tensionale sia minore grazie all’introduzione dei “foils” e quindi, a parità di materiale, la deformazione complessiva sia minore. 
Il risultato così ottenuto è stato immediatamente apprezzato dal team di corridori che ha testato il TwinBlade, constatando che ad ogni pedalata la dissipazione energetica per deformazione diminuiva e di conseguenza la spinta effettiva del mezzo aumentava.

ROAD Collection 2018

Abbiamo attraversato il Novecento costruendo biciclette. Siamo giunti agli anni Duemila con una certezza: la continua ricerca tecnologica condita assieme a più di un secolo di esperienza, ha fatto delle biciclette da corsa con l’alabarda un mito. Ma il corso del tempo continua inesorabile. La ricerca del meglio non può fermarsi.
Road Collection 2018 ne è la prova.

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